IL COLLOQUIO NELLA RELAZIONE D'AIUTO SECONDO CARL ROGERS

Maria Chiara Verderi

Questo è un corso BC-ACE  riconosciuto dal Bach Centre UK come corso di formazione continua e la cui frequenza dà diritto a 16 crediti formativi.

 

 

Quando nella nostra professione ci troviamo ad affrontare un colloquio, può capitare che la persona che ci ha chiesto aiuto trovi difficile spiegarci che cosa sta veramente provando. Molto spesso il nostro cliente arriva da noi e non riesce a dire altro che “sto male, ho l’ansia”.

 

Come fare ad aiutarlo a esprimere in modo più chiaro quello che prova così da consentirci di individuare e suggerire i Rimedi più opportuni?

 

 

Durante questo workshop siamo partiti dalla definizione di cosa sono le emozioni e di cosa si intende per relazione d’aiuto per poi concentrare la nostra l’attenzione su requisiti che pensiamo siano capacità scontate per tutti: ascoltare ed esprimersi.

 

 

Abbiamo discusso principalmente del lavoro dello psicologo americano Carl Rogers e della sua Terapia Incentrata sul Cliente ma anche di Marshall B. Rosenberg, suo allievo e della sua Comunicazione NonViolenta.  Abbiamo preso il via dal loro lavoro per riflettere su come noi ci rapportiamo a questa del colloquio, che è una vera propria arte.

 

 

Abbiamo riflettuto sulla nostra capacità di ascoltare  e di comprendere esattamente quello che il nostro interlocutore ci sta esprimendo e ci siamo interrogati riguardo al fatto che invece di ascoltare potremmo trovarci inavvertitamente a presumere, ad anticipare, a interpretare e a giudicare. E se invece ci venisse naturale rispecchiarci in quello che ci viene detto, tanto da confonderci e mescolare il suo sentito con il nostro?

Abbiamo inoltre esplorato la nostra capacità di esprimere in modo chiaro ed inequivocabile quello che desideriamo trasmettere. Ci è mai capitato di sentirci fraintesi o incompresi?

 

Abbiamo provato a comprendere qual è la modalità con cui ci rapportiamo al mondo utilizzando alcuni esercizi.

 

 

Alcune domande cui abbiamo cercato di dare una risposta ancora sono queste:  siamo capaci di fornire un ambiente accogliente, un setting protetto in cui il nostro cliente si sentirà abbastanza sicuro da provare ad esplorare il suo mondo emotivo, a dare un nome ai suoi disagi e in cui trovare, infine, la sua propria soluzione, originale, ai suoi problemi?

E ancora: quali sono gli errori più comuni, quali sono le barriere che possono disturbare l’ascolto?  

 

In questo corso abbiamo provato a sperimentare, attraverso sessioni teoriche alternate ad esercizi pratici, quali sono le parti in cui ci sentiamo più o meno abili e quali invece hanno ancora necessità di esercizio e approfondimento.

 

 

Sono state due giornate molto intense e ricche di spunti di riflessione. Certamente occorrerà tanto esercizio e tanto allenamento, per ciascuno di noi! In tutti i modi non v’è dubbio che l’eccellente riuscita del corso sia dovuta alla generosità dei partecipanti che hanno messo in campo una dose non comune di coraggio e grande disponibilità.

 

 

Ringrazio davvero di cuore, ciascuno di loro!