La Carta del Merluzzo

di Maria Chiara Verderi

Un certo numero di anni fa ero in procinto di  affrontare l’esame finale di terza media.

Oltre alla preparazione sul programma svolto durante l’anno, venne richiesto a tutti noi allievi di portare una relazione su di un libro letto che ci aveva appassionato, per poi discuterne con l’esaminatore.

Per me, affamata divoratrice di libri, fu davvero difficile sceglierne solo uno tra i tanti ma, alla fine, presi la mia decisione.

 

Era luglio, il clima afoso e, poiché il mio cognome inizia con la “V”, ero tra gli ultimi ad essere esaminata.

Quando venne il momento della mia prova d’esame la professoressa L. era stanca e accaldata. Dopo le domande sul programma di Storia, Geografia e Letteratura, alla fine mi chiese di che libro volessi parlarle. Tranquillamente risposi: “L’uomo che ride  di Victor Hugo”.

La prof. L. ebbe un sussulto che, però, essendo abituata da tempo a lavorare con ragazzini imprevedibili, riuscì a mascherare abbastanza bene. Raccontai quello che mi aveva colpito e lei non disse nulla.

 

All’uscita, però, fermò la mia mamma e, piuttosto incredula, le chiese se davvero avessi letto quel libro e se lo avessi letto per intero.

La mia mamma allargò le braccia con un sospiro e rispose: “Cosa vuol che le dica professoressa: questa mia figlia legge anche la carta del merluzzo!”.

 

Da allora, in casa mia, sono sempre stata “Quella che legge la carta del merluzzo”.

 

 

Oggi, a distanza di tanti anni e di tanti libri, ho il desiderio di scoprire qualcosa di più di quello che si cela dietro l’opera finita. Chi sono le persone che ci hanno fatto divertire o piangere o riflettere? Che ci hanno regalato i loro pensieri e le loro emozioni trasferiti su fogli di carta bianca?

 

Con molto entusiasmo quindi propongo a tutti noi, lettori assatanati, felici di poter leggere anche la carta del merluzzo, una serie di incontri con gli autori di alcuni fra i libri che ho amato maggiormente.

 

In questa occasione desidero ringraziare di cuore ciascuno di loro  per la generosità che hanno dimostrato nel venire a raccontarci di sé e delle loro opere.

 

Questi incontri sono anche un ringraziamento ai miei genitori, a tutt’oggi lettori forsennati, che mi hanno insegnato il valore dell’immaginazione e che non mi hanno mai impedito di leggere tutto quello che volevo, nel momento stesso in cui lo desideravo.

 

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